Stato del progetto

Concluso

Data di realizzazione

25/09/2015

Dimensione

Provinciale

Soggetti coinvolti

Associazioni, comunità, singoli cittadini

Nel 2015, il CSV di Verona ha organizzato un convegno dal titolo “Io vivo qui. Beni  comuni, sviluppo sociale ed economico, rigenerazione urbana” con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità su queste tematiche e cominciare a rendere fertile un terreno su cui instaurare una progettualità condivisa tra più attori. Il convegno ha per questo offerto una formazione di base, grazie al contributo di relatori attivi in ambito sia nazionale che locale.

Prendersi cura della propria comunità, del luogo in cui si vive, in una visione partecipata, che coinvolga singoli cittadini, associazioni, istituzioni, può favorire lo sviluppo del territorio in senso sociale ed economico.

Gli spazi in abbandono del nostro territorio sono il riflesso della crisi in corso e del calo delle risorse finanziarie a disposizione, ma è da questi che può partire un percorso partecipato e orizzontale capace di mettere in rete saperi, idee e risorse di tutti, trasformandoli in un volano che generi opportunità.

Aree ed edifici in disuso o in stato di degrado possono diventare luoghi dove svolgere attività di interesse generale legate al welfare, avviare start up a vocazione sociale o culturale e creativa, progettare strutture per il co-housing.

I contenuti
Partendo dalla cittadinanza attiva e dalle risorse che essa esprime, il convegno, svoltosi il 25 settembre 2015 nell’aula magna della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Verona, ha esaminato le opportunità di sviluppo offerte dai beni già esistenti e dagli spazi inutilizzati, dal punto di vista sociale, economico, urbanistico e delle politiche giovanili. Aprendo una finestra su questi temi, si è tentato di creare nuove sinergie fra volontariato veronese e territorio, utili per sviluppare una visione d’insieme, fatta di partecipazione e innovazione, da concretizzare in un miglioramento della qualità della vita della sua comunità.

A Verona da qualche anno si è accesso un dibattito relativo ai molti edifici in disuso, sia pubblici che privati, che attendono una nuova destinazione (o un abbattimento, come in alcuni casi è avvenuto).

Il dibattito ruota  attorno ai temi della riqualificazione, operazioni immobiliari possibili o in avvio, contrasto al degrado e uso improprio, disagio sociale. Coinvolge l’amministrazione comunale, correnti politiche,  differenti categorie (anche ordine ingegneri e architetti che distintamente stanno animando il territorio), gruppi di cittadini anche organizzati, associazioni culturali.

In Europa gli esempi di rigenerazione urbana, in particolare di archeologia industriale, esistono da molti anni. Anche in Italia le esperienze non mancano e la sensibilità si è diffusa tanto da preparare il terreno all’emanazione di bandi dedicati, opportunità fino a qualche anno fa impensabile, grazie anche al lavoro di personalità di rilievo. Ma il riuso più diffuso è quello di tipo culturale, spesso a opera di associazioni.

E il riuso sociale?
Il convegno promosso dal CSV veronese è partito proprio da qui, cercando di rispondere alle seguenti domande: nell’ambito del riuso sociale di spazi e luoghi abbandonati, che opportunità ci sono a Verona? Che ruolo potrebbero giocare le Organizzazioni di Volontariato? Come potrebbe incrociarsi il bene comune “materiale” inutilizzato con quello “immateriale” fatto di valori e saperi che possiedono i  volontari? Quali collaborazioni si possono aprire? Quali possibilità possono esserci per i giovani? Come fare per avviare una riflessione collettiva in questi termini?

Il convegno si è aperto con l’intervento introduttivo di Franco dalla Mura – Labsus. Hanno inoltre portato il proprio contributo Giovanni CampagnoliMichele de Mori.
Il primo è l’autore di Riusiamo l’Italia. Da spazi vuoti a start-up culturali e sociali (Il Sole 24 Ore, 2014) e nel suo intervento ha affrontato il tema della richiesta di “luoghi” da parte dei giovani e dei cittadini (per nuovo welfare, arte, cultura, aggregazione, lavoro, casa) e dell’enorme presenza di spazi vuoti nelle città e nei territori (l’Istat ha stimato la presenza di 6.000 “paesi fantasma” in Italia), approfondendo la partecipazione e l’innovazione sociale e culturale relativa al riuso. L’analisi di best practices, inoltre, ha portato utili esempi su cui riflettere. Infine, Campagnoli ha analizzato sia il tema dell’apprendimento di competenze chiave (spendibili anche sul mercato del lavoro) grazie alle esperienze di volontariato civile, sia quello della ricerca di nuove nicchie locali di occupabilità, collegate al tema dello sviluppo urbano e di comunità.

Per contestualizzare il tema dei luoghi in cui si vive e di cui prendersi cura a Verona, Michele De Mori, presidente dell’associazione AGILE – Arte Giovani Impresa Lavoro Ecc. ha illustrato gli Spazi strategici nel veronese: dinamiche architettonico-sociali. L’associazione è impegnata a stimolare, accrescere e diffondere l’interesse verso le dinamiche che intervengono sul territorio provinciale, dal punto di vista sia architettonico che sociale, e mira a un costante confronto culturale e professionale con l’organizzazione di ricerche, studi, dibattiti, incontri, mostre ed eventi culturali. L’interesse di AGILE è particolarmente rivolto ai luoghi abbandonati e in disuso, ossia a spazi strategici nei quali è possibile avviare importanti processi di rigenerazione urbana e di promozione di attività culturali e sociali, in un ottica di miglioramento della qualità della vita della comunità. 

Rivedi qui i video degli interventi dei relatori.

Mappatura di luoghi in disuso di Verona
In occasione del convegno, AGILE ha inoltre reso disponibile e consultabile la mappatura del territorio cittadino, effettuata catalogando gli spazi in disuso e abbandonati, sia pubblici che privati.

La mappatura è avvenuta tra giugno 2013 e febbraio 2014, con lo scopo di censire e catalogare gli spazi in disuso ed abbandonati presenti in quel lasso temporale. L’obiettivo è stato quello di dare una definizione numerica al fenomeno dell’abbandono, in modo da stabilire un punto di partenza anche per eventuali serie storiche che potrebbero essere realizzate concordando, a scadenze definite, ulteriori lavori di censimento.

Complessivamente sono stati individuati 555 spazi, per una superficie complessiva di 2.636.570 m². Un numero importante, che è stato localizzato nel dettaglio all’interno del territorio cittadino, permettendo di evidenziare, in modo preciso, le dinamiche di disuso più evidenti, la cui analisi diventa fondamentale per definire una futura strategia di intervento su ampia scala.

Sul sito dell’associazione è possibile consultare la mappa di questi luoghi, suddivisa per tutte le circoscrizioni della città di Verona.

 

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Info

CSV Verona

mail: comunicazione@csv.verona.it
sito: www.csv.verona.it
telefono: 045/8011978 – (int. 5)