Stato del progetto
Concluso
Data di realizzazione
2013
Dimensione
Regionale
Soggetti coinvolti
Giovani
Legambiente Toscana, con il supporto del CSV della Toscana Cesvot, ha pubblicato il libro Pensiamoci prima. Nuovi modi per fare prevenzione a misura di bambino in cui viene descritto il progetto di recupero e valorizzazione di due fiumi toscani: l’Ombrone e il Greve.
Il progetto
Il progetto raccontato nel testo, dal titolo Rischio idrogeologico e calamità: dalla chimera della messa in sicurezza alla cultura della prevenzione, è stato realizzato da Legambiente, Cesvot e Regione Toscana, con il coinvolgimento di GiovaniSì.
Nello specifico, si è trattato di uno studio, che si è svolto tra aprile ed agosto 2013, a cui hanno lavorato giovani esperti che, intorno alla tutela degli ecosistemi fluviali, hanno aiutato le comunità a comprenderne il valore, a proteggersi dai rischi, a fare una corretta manutenzione del territorio.
L’obiettivo, dello studio prima e del libro poi, è stato quello di stimolare la riflessione sul tema della prevenzione del rischio idrogeologico e la costruzione di una cultura della riduzione di questo rischio, attraverso azioni, anche formative e divulgative, dedicate agli ecosistemi fluviali.
Area di studio
Il progetto di studio descritto nel libro ha riguardato, nello specifico, il sottobacino Valdarno Medio, uno dei sei sottobacini del fiume Arno. Il bacino del fiume Greve ricade all’interno della provincia di Firenze e la sua gestione è affidata al Consorzio di Bonifica Toscana Centrale; il bacino dell’Ombrone, invece, include anche le province di Prato e Pistoia ed è gestito dal Consorzio di Bonifica Ombrone Pistoiese Bisenzio.
Nel testo, dopo aver illustrato le specificità delle aree di questi bacini, che secondo studi recenti presentano molteplici criticità di natura idraulica ed idrogeologica, vengono suggerite delle azione volte alla riduzione del rischio idrogeologico.
Gli interventi proposti
Per ciascuno dei due corsi d’acqua vengono illustrati alcuni specifici interventi da realizzare sulla base delle analisi condotte e delle criticità emerse.
Per quanto riguarda il fiume Greve, ad esempio, e in particolare per il tratto che interessa il comune di Calcinaia, si propone di realizzare uno studio idraulico che chiarisca le dinamiche fluviali e permetta una valutazione definitiva sull’adeguatezza del ponte, oltre che di favorire lo sviluppo di vegetazione riparia per il consolidamento degli argini. A Ponte dell’Asse, invece, la “presenza di vegetazione morta che ostruisce parzialmente la luce del ponte” renderebbe necessaria, secondo gli autori, “la pulizia dell’alveo e la realizzazione di una briglia selettiva a monte”.
Per quanto riguarda il fiume Ombrone invece, nel tratto che attraversa il comune di Poggio a Caiano si trova un “insediamento produttivo nelle immediate vicinanze del corso d’acqua e vegetazione riparia carente”; la proposta è dunque quella di “delocalizzare i beni esposti a rischio; favorire la vegetazione riparia, in prossimità del corso fluviale”. Per valorizzare l’area anche da un punto di vista paesaggistico, viene proposta la realizzazione di percorsi per la mobilità dolce, aree ricreative e orti polifunzionali, nonché la piantumazione di alberi per creare continuità con il bosco storico della Villa Medicea.
Delocalizzare i beni esposti a rischio è anche il suggerimento per le abitazioni che si trovano a ridosso dell’argine del fiume, in località Bottegone. Qui si suggerisce inoltre di effettuare una costante manutenzione degli argini stessi che presentano cedimenti e fratture.
Le conclusioni
Nelle conclusioni, i partecipanti al gruppo di lavoro hanno fatto il punto su quanto emerso dal loro studio e sulle azioni da intraprendere, sottolineando anche le priorità da cui partire.
“Ciò che è emerso maggiormente dal reperimento delle informazioni, sin dalla prima fase conoscitiva, – si legge nel testo – è stata la necessità di una maggiore interazione tra i diversi livelli di competenza, sia politici che istituzionali, e che, soprattutto le amministrazioni locali (comuni in primis) riconoscano nella progettazione partecipata un’opportunità per promuovere una visione integrata dei problemi riguardanti il dissesto idrogeologico. In particolar modo, – si legge ancora – avvertiamo la necessità di diffondere nella popolazione una più consapevole cultura del rischio, e di assicurare un’informazione la più completa sulle procedure da adottare in fase di emergenza. Una reale attuazione di processi partecipativi pubblici deve essere declinata attraverso l’avvio di opportune campagne d’informazione e di educazione al rischio, specie nelle aree più vulnerabili”.
Materiali e documenti
Pensiamoci prima (testo integrale)
Info
CSV Toscana
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telefono: 055/271731