Stato del progetto

In corso

Data di realizzazione

2006 – oggi

Dimensione

Regionale

Soggetti coinvolti

Associazioni, enti locali, comunità

L’ultima nata in ordine di tempo si trova a Termini Imerese in provincia di Palermo. Parliamo delle “Case del volontariato”. Un’esperienza che nella Sicilia occidentale risale al 2006 e che ha permesso di trasformare tanti “luoghi perduti” (scuole abbandonate, beni confiscati etc.).

A Gela, in quell’anno, il volontariato locale, in collaborazione con il Csv di Palermo “Cesvop”, riesce a ottenere in gestione un edificio scolastico in disuso. Un luogo dove ogni organizzazione di volontariato svolge le proprie attività e promuove iniziative comuni in favore dei cittadini.

La Casa del volontariato è fatta non solo di stanze, scale, porte ma soprattutto di volti, incontri, relazioni, attività, alleanze contro il disagio e l’emarginazione.

A Termini, ad esempio, è il comune che ha messo a disposizione un ex asilo e il volontariato lo ha restaurato anche grazie ai soldi messi a disposizione da un bando della Fondazione CON IL SUD.

Alleanze e accordi di collaborazione fra pubblico e privato, come a Sciacca (AG) dove la Casa del volontariato e dell’associazionismo è sorta grazie ai fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) concessi al comune per ristrutturare un bene confiscato alla mafia.

Infatti, grazie all’idea e alla partnership fra il Cesvop e il Covopro (Coordinamento volontariato e promozione sociale), l’amministrazione comunale ha potuto accedere ai fondi messi a disposizione dalla regione siciliana.

E per ogni Casa c’è una storia. Come a Gela, dove i poveri trovano un pasto caldo, i ragazzi delle scuole costruiscono le loro competenze informali con il “Passaporto del volontariato” oppure i disabili psichici riescono a produrre ceramiche di design.

O ancora a Mazara del Vallo (TP), bene confiscato alla mafia e fondi dal bando Fondazione CON IL SUD, dove le associazioni hanno spazi comuni per le loro attività di socializzazione.

A Caltanissetta c’è la Casa delle culture e della solidarietà avviata in una ex scuola rurale affidata dal comune al Movi (Movimento di volontariato italiano) e risistemata con fondi del ministero degli Interni, dove è stato creato un luogo aperto agli immigrati e dove chi vuole può trovare indicazioni su come fare volontariato.

O ancora a Bagheria, dove l’amministrazione comunale, di concerto con il Cesvop, ha voluto dare a tutte le organizzazioni di terzo settore la Casa del volontariato e della solidarietà. Insomma, edifici trasformati, spazi recuperati e che divengono beni comuni, luoghi della solidarietà gratuita, gestiti e animati da centinaia di organizzazioni, con migliaia di volontari e cittadini.

Ma poco importa a Tourè che a Caltanissetta, alla fine, ha trovato un punto di riferimento o ad Angela, la biondissima bambina di quinta elementare, che vive in una zona degradata di Termini e che adesso si diverte da matti, tutta impiastricciata, nel suo laboratorio di ceramica. E con gli altri compagni magari pensa…” che bella questa Casa del volontariato!”.


Dall’altra parte dell’isola invece, sulla sponda ionica, la provincia di Catania ha visto nascere due case del volontariato, una a sud nel quartiere di Librino, l’altra a nord, nella città di Acireale.

Due immobili pubblici sottratti al degrado e aperti dal Centro di Servizio per il Volontariato Etneo all’utilizzo da parte delle associazioni. E se a Librino, zona difficile di Catania, l’esperienza ha ufficialmente tagliato il traguardo del primo anno di vita, ad Acireale è ben più consolidata e promette di “fare scuola” per altre soluzioni.

Gli uffici del Csve, oltre agli sportelli nelle altre tre province di competenza (Enna, Ragusa e Siracusa), sono ormai distribuiti tra Librino e Acireale: venti chilometri di distanza lungo la splendida costa orientale dell’Isola, dalla sabbia della plaia catanese agli scogli di lava nera dell’Acese, che gli operatori coprono distribuendo le presenze nel corso della settimana e dando così alle associazioni la possibilità di raggiungere il luogo più comodo. Temporalmente, la distanza è di circa due anni: nel 2014 il Csve ha ottenuto in comodato gratuito dal comune di Acireale l’ex scuola di via Aranci, proprio in virtù del ruolo riconosciuto dalla legge n. 266 del 1991 e della legge regionale n. 22 del 1994 sul Volontariato; di un anno fa (maggio 2016), invece, è l’apertura della Casa del volontariato di viale Castagnola, in un immobile di proprietà del comune di Catania un tempo adibito a scuola e infine assegnato all’attigua parrocchia Resurrezione del Signore, che l’ha destinata al Csve per il ruolo sociale che svolge nel quartiere. Così, il Centro ha potuto cessare le onerose locazioni che, soprattutto a seguito della contrazione delle risorse, incidevano pesantemente sul bilancio. Ma la scelta non è stata dettata solo, o principalmente, da ragioni economiche. È una volontà precisa: quella di avere una presenza maggiore e più diffusa sul territorio. Più “smart”, cioè meno legata alle pareti di un edificio. Ma anche, non ultimo, la possibilità di incidere così a livello sociale.

Il bene di Librino, dopo la chiusura della scuola, grazie alla collaborazione tra chiesa e comune, è tornato alla fruizione dei cittadini senza essere stato né danneggiato né vandalizzato nel periodo di inutilizzo, come spesso purtroppo accade, e ora esso costituisce un modello di legalità nel cuore di Catania sud, in un contesto caratterizzato da comportamenti diffusi di illegalità», spiega Santo Carnazzo, storico volontario della Misericordia di Librino.

Ad Acireale, non ha la stessa funzione anche perché la cornice è differente, ma la Casa del volontariato potrebbe contribuire ulteriormente da un lato a sostenere associazioni e territorio. L’amministrazione comunale di Acireale ha infatti manifestato la volontà di riconvertire l’edificio scolastico del quartiere Suffragio, proprio vicino alla sede del Csve, e assegnarlo alle associazioni, anche quale segno di apprezzamento per il lavoro svolto sul territorio. Il Centro ha colto il segnale: «Condividiamo la volontà di affidare al volontariato immobili pubblici che altrimenti sarebbero abbandonati – dice Salvo Raffa, presidente del Csve – e, di conseguenza, si ritroverebbero presto in condizioni di degrado. È una scelta di buon senso a vantaggio del bene comune che va incontro a una duplice esigenza: quella dell’ente pubblico di valorizzare il proprio patrimonio e quella delle associazioni di avere in uso spazi senza dover fronteggiare costose locazioni». Ne sono concrete dimostrazioni i casi virtuosi di Librino e, appunto, di Acireale. Per questo il Centro affianca al plauso anche una proposta: «Alla luce dell’esperienza acquisita, mettiamo a disposizione del comune di Acireale – aggiunge Raffa – le competenze e le conoscenze dei nostri uffici, al fine di potere elaborare le condizioni e gli strumenti più adeguati per l’assegnazione del bene e per la sua successiva gestione, nell’interesse dell’ente comunale, della comunità e del mondo del volontariato».

Info

CSV Palermo/CSV Etneo

CSV Palermo
mail: segreteria@cesvop.org
sito: www.cesvop.org
telefono: 091/331970

CSV Etneo
mail: segreteria@csvetneo.org
sito: www.csvetneo.org
telefono:  095/4032041