Stato del progetto

In corso

Data di realizzazione

2014 – 2017

Dimensione

Locale

Soggetti coinvolti

Comunità

Il CSV di Pavia da circa 2 anni segue il percorso iniziato da un gruppo di cittadini che nel 2015 si è poi costituito in organizzazione di volontariato, denominata “Arsenale creativo”. L’associazione porta avanti un processo di progettazione partecipata, coinvolgente e determinata per far sì che l’ex Arsenale di Pavia, già Caserma Cairoli – Officina di Costruzione del Genio militare S. Mauro, diventi uno spazio rigenerato a disposizione della collettività.

Lo spazio
L’ex Arsenale di Pavia è un’area di circa 140 mila metri quadri occupata da fabbricati e vaste aree verdi, attraversate da strade asfaltate, piazzali e da un fiume, il Navigliaccio.
Questo luogo è stato la sede del XXII stabilimento tecnico-industriale del Genio Militare di Pavia. Nel dicembre 2014, il complesso è stato dismesso dalla Difesa ed è rientrato nella procedura del cosiddetto Decreto Sblocca Italia, finalizzato a promuovere iniziative di valorizzazione degli immobili pubblici non utilizzati, al fine di contrastare il degrado e l’abbandono di questi beni e per creare sviluppo economico e sociale per il Paese, anche attraverso strategie di cooperazione tra soggetti pubblici e privati.
Nel 2015 il Demanio ha lanciato una manifestazione di interesse, chiusa nel mese di ottobre, per raccogliere idee, suggerimenti e progetti per il recupero e la valorizzazione dell’area, a cui ha partecipato anche l’associazione Arsenale Creativo. In attesa di capire quando e in che modo i partecipanti alla manifestazione di interesse saranno coinvolti dall’amministrazione comunale e dall’Agenzia del Demanio per le prossime tappe, l’associazione sta definendo il progetto di riqualificazione con la collaborazione di tutta la comunità.
Nel 2016, intanto, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e del turismo e la Regione Lombardia hanno annunciato il trasferimento in una porzione dell’area dell’ex Arsenale di una parte consistente dei rispettivi archivi.

Il progetto
L’intenzione è quella di restituire l’intera area alla città di Pavia e non solo una porzione di essa.
Questa è anche la finalità che sta perseguendo l’associazione Arsenale Creativo, che ha strutturato un percorso in 5 fasi:

  1. Ascolto della città e interviste: una prima indagine sui punti di forza e debolezza di Pavia (conclusa tra aprile e maggio 2015)
  2. Incontri tematici con esperti del settore (organizzati tra maggio 2015 e ottobre 2016)
  3. Elaborazione di proposte e linee guida, per cui sono stati organizzati due incontri con i cittadini nel corso del 2015
  4. Sviluppo di un progetto unitario: due giorni per definire ulteriormente la visione di Arsenale con la collaborazione di architetti e professionisti che abbiano già lavorato al recupero di aree dismesse. Incontri aperti a professionisti nel campo dell’architettura, cittadini e amministratori locali “La charrette per l’Arsenale” (novembre 2016)
  5. Implementazione: costruzione di un progetto definitivo da sottoporre al Comune di Pavia (previsto nella prima metà del 2017).

Dalla prima fase di ascolto della città è emerso un documento, dal titolo “Il futuro dell’ex Arsenale di Pavia“. In questa fase sono state realizzate oltre 60 interviste sia personali che di gruppo. Tra le tante proposte avanzate, è possibile evidenziarne alcune che si ripetono più volte. Il fiume Ticino, ad esempio, e in generale le vie d’acqua che scorrono intorno all’area, sembrano rivestire un ruolo centrale per la popolazione. Diverse sono state le idee relative al potenziamento e l’ampliamento della vivibilità del corso d’acqua, al miglioramento della viabilità sia lungo il fiume che sul fiume stesso. La sua valorizzazione, infatti, secondo gli intervistati, consentirebbe di sviluppare attività turistiche di tipo sportivo, ludico e culturale. La natura e il rapporto dell’uomo con essa è un altro tema di grande rilevanza tra quelli evidenziati. Dalle interviste, infatti, è emerso che le attività produttive, educative e di intrattenimento che saranno realizzate dovranno essere dominate da un principio di sostenibilità e di rispetto-riscoperta-valorizzazione della natura, abbinato all’utilizzo delle nuove tecnologie. Molte proposte hanno riguardato, poi, l’ambito educativo e culturale. Nell’area dell’ex Arsenale potrebbero, ad esempio, trovare collocazione molte scuole della città che oggi sono estremamente carenti sia dal punto di vista strutturale che dell’offerta formativa. Secondo altri invece lo spazio si potrebbe sfruttare per favorire un maggior dialogo e incontro tra l’università e la città, o per costruire residenze per gli studenti o, ancora, realizzare progetti di co-housing.

Anche nella seconda e terza fase del percorso di progettazione partecipata si sono confermati 4 aspetti principali su cui sarebbe necessario intervenire, che sono:

  • ambiente
  • impresa, lavoro, artigianato
  • cultura ed educazione
  • socialità.

Le proposte, contenute nel documento delle linee guida progettuali, offrono una visione ricca e dettagliata di quello che potrebbe essere il nuovo volto dell’Arsenale, immaginato come un punto nevralgico della città, in grado di aprire un dialogo anche con i progetti post-Expo (data la vicinanza con Milano). Come emerge nel documento il nucleo centrale è rappresentato dal polo educativo, intorno al quale si collocano gli spazi per la proposta culturale e artistica, che vedono come punto di richiamo l’auditorium e il polo museale espositivo. La vita sociale, invece, potrebbe essere animata dall’associazionismo che qui potrebbe trovare una nuova “Casa”.

Nel mese di novembre 2016 si è conclusa, invece, la quarta fase. Il 4 e 5 novembre si è svolto infatti un laboratorio di progettazione, a partire dalle linee guida di utilizzo già individuate per l’Arsenale che, in estrema sintesi, prevedono per l’area una grande varietà di servizi al cittadino e iniziative produttive, toccando tutti i principali settori: pubblico, privato e terzo settore.

Il laboratorio ha seguito il metodo della Charrette, che consiste in un momento di incontro tra cittadini e professionisti (principalmente architetti e urbanisti) che svolgono il ruolo di facilitatori, i primi guidati dai secondi nella progettazione e nel disegno tecnico. L’idea è quella di esplorare, scoprire le capacità progettuali di ognuno, seguiti in modo diretto da qualcuno che possa immediatamente filtrare le numerose proposte che emergono, capirne la fattibilità ed eventualmente rielaborarle, fino al raggiungimento di una bozza che soddisfi tutti i membri del gruppo.

L’incontro ha visto la collaborazione con diversi docenti universitari, tra cui: Giulio Ernesti del Politecnico di Venezia e Raffaella Neri, del Politecnico di Milano, che ha messo a disposizione, insieme ai suoi studenti, molto materiale cartaceo sull’Arsenale, prodotto da loro stessi e su cui stanno realizzando le tesi di laurea magistrale.

I partecipanti al laboratorio sono stati divisi in 4 gruppi di lavoro, ognuno con una media di 10 partecipanti di cui 2/3 facilitatori. Ciascuno era libero di muoversi tra i vari tavoli, anche se si tendeva a seguire soprattutto il lavoro del proprio gruppo di partenza. Per garantire un confronto fra tutti i partecipanti sono stati previsti, fin da subito, durante le due giornate, tre momenti di riassunto e scambio, compreso quello conclusivo e di sintesi di tutto il lavoro svolto.
Le riflessioni elaborate dai diversi gruppi sono state, per alcuni aspetti, molto differenti fra loro, anche se vi si possono trovare alcuni punti in comune: primo fra tutti e più evidente, è la presenza costante di un archivio della Regione Lombardia, elemento che sarà certamente inserito nell’Arsenale per scelta dell’istituzione e che, nonostante non abbia ancora una forma ben definita, si è dovuto necessariamente pendere in considerazione durante le discussioni.
Secondo elemento ricorrente, lo sviluppo graduale dell’area: pur individuando punti di partenza diversi, tutti hanno pensato che l’unico modo di riqualificare l’Arsenale sia quello di riattivarlo edificio per edificio, trovando un punto di interesse iniziale forte per lanciare l’iniziativa e avendo sempre almeno un’idea di massima di come destinare gli spazi circostanti.
In terzo luogo, il verde è visto come elemento fondamentale per la rivitalizzazione dell’area: piste ciclabili, land art, iniziative culturali all’aperto sono un po’ il leitmotiv di tutte le idee progettuali.
Uno dei gruppi di lavoro in particolare si è focalizzato sulle domande che devono trovare risposta per poter dare reale forza e solidità a un progetto grande come quello che si vuole dedicare all’ex area militare pavese, vale a dire:
  • quali sono i bisogni dei cittadini in campo industriale, recettivo/turistico, di valorizzazione delle tradizioni e della storia del territorio?
  • Esistono attori sociali che cercano di dare risposte a questi bisogni?
  • Ci riescono?
  • Come può l’Arsenale farsi parte della risposta alle istanze della città?

Al termine dei due giorni l’associazione Arsenale creativo ha raccolto disegni, schemi, immagini e testi su cui il professor Ernesti ha iniziato una rielaborazione che servirà per definire il progetto da presentare al Comune nei prossimi mesi (quinta fase).

Intanto, nel mese di giugno 2017 (dall’8 al 24) si svolge l’iniziativa “Ricoloriamo l’Arsenale“, con cui, dopo molti anni, l’Arsenale torna ad accogliere la cittadinanza, con un calendario di eventi dedicati a bambini, giovani ed adulti. Tutti gli appuntamenti, mostre, esibizioni artistiche dibattiti e giochi, si terranno infatti all’interno dell’area. Sono 30 in totale gli organizzatori che hanno contribuito a realizzare l’iniziativa.
L’evento sarà inoltre un momento di raccolta di idee sulle attività di Arsenale Creativo, in occasione dei primi tre anni di vita dell’associazione: il 10 giugno è infatti prevista un’assemblea pubblica dell’associazione e, il 17 giugno, una tavola rotonda che vedrà protagonisti, oltre ai membri dell’associazione, i docenti universitari e i professionisti della progettazione partecipata che ci hanno sostenuti finora.
Guarda qui il programma completo.

Video